La storia ci racconta di molti genitori che senza attendere la nascita del loro bambino agitavano dei cristalli sulla madre, consultavano le stelle o misuravano le frequenze cardiache del feto, per scoprire se sarebbe stato maschio o femmina. Chi ne ha più più ne metta. Con l’unica conclusione razionale possibile: le possibilità che arrivi un maschio (o una femmina) sono del 50 % circa. Ovviamente, oggi ci sono modi e tecniche più accurate per determinare il sesso del nascituro prima della sua nascita.
Quando lo puoi sapere
Se sei incinta di almeno 12 settimane, un medico potrà dirti con un alto grado di certezza qual’è il sesso del tuo bambino mediante un’indagine diagnostica medica attraverso un’ecografia (o ecotomografia).
Naturalmente, sempre che tu sia davvero interessata a saperlo subito.
Molti genitori aspettano con ansia di fare quest’ecografia perché vogliono scegliere un nome o fare una scorta di vestiti per bambini prima del grande giorno.
L’ecografia o ecotomografia
Ecografia alla 13 settimana di gravidanza
Per mezzo di un’ecografia, i medici non solo riescono a vedere un’immagine del bambino, ma hanno anche buone possibilità di scoprire anche il suo genere: maschio o femmina.
I medici si avvalgono dell’ecografia – prima, all’inizio della gravidanza – sia per misurare le dimensioni di un feto che per verificare l’eventuale presenza di difetti del bambino o se l’esistenza di altri problemi, e non anche per controllare il suo sesso che in questa prima fase non è ancora distinguibile.
La maggior parte dei bambini, verso la dodicesima settimana di gravidanza circa, ha genitali distintamente maschili oppure femminili. Se il feto dovesse “collaborare” trovandosi nella corretta posizione, quest’ecografia “della 12° settimana” potrà consentire una buona visione dei suoi organi sessuali.
Quanto al grado di precisione delle rilevazioni circa il sesso del futuro bambino, secondo uno studio pubblicato su Ultrasound Obstetrics and Gynecology, un’ecografia,
all’undicesima settimana, è accurata al 70%;
alla dodicesima settimana, è accurata al 99%.
Alla tredicesima settimana, l’immagine del bambino è assolutamente chiara e, se il bambino “collabora”, gli ultrasuoni (su cui si basa l’ecografia) sono in grado di mostrarci chiaramente se è maschio o se femmina.
Chiedi al medico che ti sta facendo questa ecografia se riesce ad avere una visione chiara e senza ostacoli dei genitali del bambino.
Se il medico non ha dubbi circa il sesso del feto, puoi essere certa di ciò che ti dice.
In caso contrario, potresti dover aspettare una successiva ecografia (o scoprirlo il giorno del parto).
L’amniocentesi e la villocentesi
Tutti quei test che comportano il prelievo di un campione genetico possono determinare il sesso del nascituro con una precisione quasi perfetta. Solitamente i medici si avvalgono,
dell’amniocentesi, un metodica per le diagnosi prenatali attraverso campioni biologici,
della villocentesi, una metodica che viene fatta mediante il prelievo di villi coriali: si tratta di un esame invasivo utile a diagnosticare le anomalie cromosomiche o genetiche.
Va anche detto che, a volte, questi test possono causare anche un aborto spontaneo: infatti uno studio del 2006 ha rilevato che questo rischio ricorre 1 volta su 370 di casi circa.
Per questo motivo, il medico non si avvale di questi esami solo per vedere se il futuro bambino sarà maschio oppure femmina. Se però per un qualsiasi altro motivo ti sta facendo questi esami, e ti interessa conoscere il sesso del tuo bambino, è il momento di chiederglielo.
E poi, ovviamente ti resta anche l’altra opzione: aspettare che il bambino. Quando finalmente avrai quel fagottino tra le braccia, saprai tutto ciò che devi sapere.