Puerperio e allattamento

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Aggiornato il: 5 Agosto, 2023
Di Gravidanza360

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Domande frequenti sul puerperio

Cos’è il puerperio?

Con la definizione di puerperio si intende quel periodo che trascorre nei quaranta giorni dal momento del parto: si tratta di un momento molto complesso da affrontare e da vivere per ogni donna, sia sotto l’aspetto fisico che psicologico.

Subito dopo la nascita di un bimbo, nel corpo di una donna iniziano alcune importanti mutazioni, soprattutto a livello ormonale, inoltre occorre anche considerare che il ritmo e le abitudini di vita, in presenza di un neonato, cambiano radicalmente.

A questa evoluzione naturale si aggiunge spesso anche la fase dell’allattamento al seno, che comporta necessariamente ulteriori modifiche nello stile di vita di una donna, soprattutto quando si tratta del primo figlio.

Questo insieme di eventi e di novità comporta spesso alcune difficoltà nell’affrontare il puerperio, per lo meno durante i primi giorni, tuttavia imparando a conoscere il proprio corpo e le variazioni che avvengono al momento del parto, è possibile superare questo momento tranquillamente e in serenità.

Quando inizia e quanto dura il periodo del puerperio?

Fisiologicamente, il puerperio inizia immediatamente dopo il parto, e termina con la ripresa del regolare ciclo mestruale. Indicativamente, si tratta di un periodo di una quarantina di giorni, trascorsi i quali il corpo ha ripristinato tutte le funzioni e le caratteristiche fisiologiche presenti prima della gravidanza, superando i cambiamenti fisici e ormonali dovuti alla gestazione, allo sviluppo del feto e al parto.

Il significato stesso della parola “puerperio”, di origine latina, si riferisce al parto, si dice di conseguenza “puerpera” una donna che abbia appena dato alla luce un neonato.

Una volta nato il piccolo ed espulsa la placenta, le prime ore rappresentano un periodo di transizione tra la situazione fisica della gravidanza e quella, appunto, del puerperio.

Solitamente, in una donna senza problemi di salute che abbia partorito con una modalità del tutto naturale, sono sufficienti un paio di settimane scarse perché l’utero riprenda le dimensioni normali, gli organi situati nella cavità addominale tornino al loro posto e i livelli ormonali si abbassino per poi regolarizzarsi.

I segni fisici più evidenti di questo periodo sono le perdite ematiche post parto, che si protraggono talvolta anche per oltre un mese, e una sensazione di tristezza dovuta proprio al crollo ormonale.

Talvolta, il disagio maggiore è proprio legato all’umore e alle sensazioni di natura psicologica, dovuti sia alle improvvise e rilevanti variazioni ormonali, sia alla complicata situazione personale e famigliare da affrontare, durante la quale una donna deve ristabilirsi dalla fatica del parto, o dall’eventuale decorso operatorio di un parto cesareo, prendersi cura del bimbo, gestire gli impegni personali e la maternità e, talvolta, iniziare l’allattamento al seno.

Come si sviluppa la fase dell’allattamento?

L’allattamento al seno si compone di diversi momenti: nei primi giorni, il seno materno produce una sorta di siero ricco di elementi nutritivi ma praticamente privo di grassi, mentre la montata lattea ha inizio verso il quarto / quinto giorno, dapprima con un latte più leggero, e successivamente con il latte materno autentico, ricco sia di elementi nutritivi che di ormoni, grassi e anticorpi.

La produzione del latte materno è stimolata dall’atto stesso di nutrire il neonato e dal gesto della suzione: per tale ragione è importante stabilire un ritmo regolare di alimentazione del bimbo, che permetterà di affrontare l’allattamento in maniera piacevole per entrambi.

È bene tenere conto che, per favorire la crescita e lo sviluppo, tutti i neonati dovrebbero essere allattati al seno per un periodo di almeno sei mesi.

Soprattutto per le donne che abbiano appena partorito il primo bimbo, l’allattamento rappresenta una situazione piuttosto insolita e talvolta un po’ difficile da affrontare, è quindi importante, in caso di difficoltà, farsi seguire non solo dal partner e dalla famiglia, ma anche dall’ostetrica o dal ginecologo di fiducia.

Quali sono le precauzioni e i controlli importanti nel periodo post parto?

Per garantire la salute sia della mamma che del bimbo, è importante che entrambi vengano sottoposti a controlli e visite mediche regolari, almeno nelle prime settimane.

Oltre a verificare lo stato di salute generale della mamma e il regolare decorso fisiologico del puerperio, controllando le funzioni renali e gastrointestinali, la presenza di eventuali disturbi o di perdite ematiche rilevanti, è importante anche un controllo a livello psicologico, per evitare l’insorgere di un’eventuale depressione post partum.

In alcuni casi può essere necessario per la neomamma assumere un’integrazione di ferro e vitamine, oltre ad effettuare una cura antibiotica in caso di incisioni chirurgiche o lacerazioni vaginali.

Per quanto riguarda il bimbo, è importante controllarne il peso e lo stato di salute, verificandone le funzioni vitali e la temperatura, e osservare una scrupolosa igiene e pulizia.

È possibile avere rapporti sessuali nel periodo del puerperio?

Per una donna, ritrovare la propria femminilità e sessualità è spesso un incentivo a superare un momento complesso e difficile come il puerperio. Tuttavia, è opinione diffusa tra medici e ginecologi quella di attendere tre / quattro settimane prima di riprendere una vita sessuale attiva, soprattutto se nel corso del parto sono state praticate incisioni chirurgiche per facilitare il travaglio.

Si tratta comunque di un elemento soggettivo, che ogni donna deve sentirsi libera di vivere come meglio crede, in accordo con le proprie abitudini sessuali e con il partner.

Cosa si intende per depressione post partum?

Come abbiamo detto, è abbastanza normale che una donna, nei primi giorni dopo il parto, provi una sorta di malinconia, dovuta sia alla necessità di adeguarsi alla nuova situazione famigliare, sia al repentino crollo dei livelli ormonali.

Alcune donne, soprattutto se soggette a sbalzi d’umore e disturbi di ansia, possono inoltre provare significative sensazioni di agitazione, stanchezza, disturbi del sonno, disturbi alimentari, crisi di pianto improvvise e non motivate.

È molto importante in questo periodo che la neomamma chieda sinceramente aiuto, senza sentirsi per questo infelice o demotivata, sia al partner o ai famigliari, sia al proprio medico o ginecologo, per evitare di trovarsi in una situazione di depressione post partum, poco piacevole e a volte persino rischiosa, sia per lei stessa che per il neonato.

Affrontare il puerperio con grinta e buonumore: come fare?

Il puerperio è un periodo complicato, come abbiamo detto, ma è anche un fase evolutiva fisiologica ed è inoltre un momento ricco anche di gioia e di emozioni piacevoli.

Per affrontarlo con spirito positivo, è importante che una donna arrivi a questo punto già preparata, confidandosi ad esempio con la mamma, con amiche e famigliari o, se preferisce, con il medico di fiducia o il ginecologo.

Per quanto possa creare qualche disagio, il parto è un evento naturale, ed è bene che una donna si prenda cura di sé stessa e del bimbo, per poi pensare gradualmente a riprendere in mano tutta la propria vita, gli impegni di casa, di famiglia e di lavoro.

È consigliabile evitare la solitudine e farsi affiancare da persone fidate, ma escludere al contempo anche le situazioni di confusione e il sovraccarico di impegni: la soluzione migliore per trascorrere questo periodo in serenità è proprio quella di ricominciare lentamente a ripristinare un ritmo di vita pieno e dinamico, lasciandosi guidare dalle sensazioni che il corpo e la mente trasmettono.

Per chi avesse accumulato parecchio peso in gravidanza, potrebbe essere di aiuto un moderato esercizio fisico, sotto controllo del medico, sono indicate anche la meditazione e le tecniche di relax, così come è importante seguire una dieta completa e ricca di tutti gli elementi nutritivi necessari per favorire la forma e la salute.