L’idrorrea gravidica
In gravidanza è piuttosto comune l’idrorrea gravidica, un fenomeno che consiste nell’aumento delle fisiologiche secrezioni vaginali. Sono perdite acquose chiare, fluide e trasparenti.
Nulla di patologico quindi; ciononostante quando le secrezioni diventano abbondanti, le future mamme tendono spesso a confonderle con la rottura delle acque e ad allarmarsi. Ancor di più quando si manifestano molto tempo prima della data prevista per il parto.
Tuttavia, di norma non dovrebbero preoccupasi. Infatti l’idrorrea gravidica è un evento piuttosto comune fin dall’inizio della gravidanza. Inizialmente può essere anche un segnale dell’avvenuto concepimento.
Le gestanti dovrebbero invece preoccuparsi nel caso rilevassero anche l’esistenza di perdite ematiche più o meno consistenti, perdite che potrebbero essere dovute ad anomalie all’interno dell’utero.
L’idrorrea gravidica non è dovuta alla rottura del sacco amniotico. Queste perdite acquose, trasparenti e totalmente prive di odore, nella maggior parte dei casi sono infatti dovute alle modifiche ormonali che si verificano in gravidanza, alle quali spesso può affiancarsi lo stato ansioso della gestante.
Va anche detto che indipendentemente da ciò, soprattutto dopo alcuni mesi dall’inizio della gravidanza, le donne possono essere soggette una leggera incontinenza a causa del feto che preme sulla loro vescica e sull’uretra.
Le perdite acquose, nei primi mesi ed al termine della gravidanza
Queste perdite acquose si notano soprattutto all’inizio della gravidanza, quando le modifiche ormonali sono ancora in atto. Costituiscono anche uno protezione fisiologica, utile ad evitare che eventuali batteri si annidino nella vagina.
In presenza di perdite acquose, come prima cosa le donne pensano ad una rottura delle acque (amnioressi) la quale si verifica quando il sacco amniotico si rompe per una lacerazione delle membrane di supporto fetali.
Le gestanti dovrebbero tuttavia considerare a questo proposito,
- che è molto basso il rischio di perdere improvvisamente le acque in una gravidanza in assenza di problemi o di patologie particolari;
- che le perdite dovute ad un imminente parto prematuro, di solito si presentano assieme ad altri sintomi, tra cui perdite di sangue e le tipiche contrazioni del travaglio;
- che le rotture delle acque si manifestano con una grande quantità di liquidi espulsi, mentre l’idrorrea gravidica è costituita da un flusso che – anche quando è abbondante – è comunque molto più lieve.
Verso la fine della gravidanza può accadere che queste perdite acquose siano molto abbondanti: in tal caso è possibile fare in ospedale un esame specifico volto ad accertare se effettivamente si tratta del liquido amniotico: infatti, ad alcune gestanti il sacco amniotico si rompe ancor prima che inizino le contrazioni.
Cosa fare in caso di perdite acquose
Le perdite acquose in gravidanza (totalmente prive di colore) possono essere spesso anche di lieve entità. al punto che una donna potrebbe anche non accorgersene.
Ad ogni modo, pur trattandosi di un fenomeno naturale e passeggero, per avere maggiori certezze e per evitare inutili ansie, la soluzione migliore è di rivolgersi al proprio ginecologo di fiducia.
Se lo ritenesse opportuno, questi prescriverà un’ecografia, sia per confermare l’eventuale diagnosi di idrorrea gravidica, sia anche al fine di valutare le condizioni del sacco amniotico e verificare l’assenza di lesioni o di anomalie.
La produzione di secrezioni vaginali (anche abbondanti) è in gran parte da attribuirsi all’attività degli ormoni. Molti medici ritengono che, in parte, possano essere dovute anche all’emotività ed allo stato di agitazione con cui molte donne affrontano la loro gravidanza.
Una qualche attività rilassante è molto utile alla gestante – sempre – quindi anche per quanto attiene a questo problema: passeggiate, ginnastica dolce, yoga e così via.
A parte ciò, è in ogni caso di estrema importanza un’igiene intima scrupolosa: sempre, anche per ridurre il senso di disagio e per evitare infiammazioni.
L’attenzione a come le perdite si presentano
In gravidanza, sono comuni e non comportano problemi di sorta quelle perdite acquose e trasparenti, spesso anche piuttosto abbondanti, che sono dovute a fattori ormonali o emotivi (idrorrea gravidica).
Lo stesso vale per le fisiologiche secrezioni vaginali gravidiche (più o meno abbondanti e più o meno vischiose) di colore biancastro-trasparente, cioè l’aumento delle secrezioni della vulva e della vagina biancastre e prive di fenomeni irritativi (leucorrea): perdite bianche non ematiche che (proprio come nel periodo premestruale) sono lattiginose e dall’aspetto filamentoso.
Occorre sempre osservare come queste perdite si presentano, in modo da individuare eventuali patologie od anomalie, Occorre in particolare prestare attenzione,
- a che queste perdite non abbiano un aspetto torbido, una colorazione gialla o verdastra,
- a che non siano accompagnate da un odore sgradevole, da dolori, da prurito e bruciori,
- tutti sintomi che sono caratteristici di un’infezione urinaria o vaginale: la candida allo stesso modo di altri germi che si annidano facilmente nella vagina, in gravidanza può provocare seri problemi, compreso il rischio di un parto prima del termine,
- ma anche a che le perdite non presentino delle tracce di sangue.
Cosa fare in caso di perdite ematiche
In gravidanza possono verificarsi lievi perdite di sangue, provenienti dall’utero, dalla cervice uterina (collo dell’utero) o dal canale vaginale.
Dovrebbero destare sempre un po’ di preoccupazione le perdite ematiche di color rosso vivo, oppure scure o rosate, anche se in realtà non è sempre il caso di spaventarsi.
- Piccole perdite marroni sono piuttosto normali nei primi mesi in cui avviene l’impianto dell’ovulo nell’utero.
- Le piccole perdite possono essere provocate dagli sbalzi ormonali, oppure da lievi traumi dovuti ad esempio ad un rapporto sessuale o ad una visita ginecologica.
- Può anche verificarsi una falsa mestruazione della durata di poche ore, nelle date del ciclo.
Un sanguinamento significativo invece non di rado è il segnale: di una gravidanza extrauterina, del distacco della placenta, di una minaccia di aborto, di un parto prematuro se sono già passati diversi mesi.
Occorre preoccuparsi quando le perdite di sangue rosso vivo sono accompagnate da dolori e da crampi: potrebbe trattarsi di un aborto, di un distacco di placenta, di un’anomalia o di un travaglio prematuro: in questi casi è importante rivolgersi subito al medico o andare al pronto soccorso.