La sovrapproduzione del liquido amniotico che avvolge il bambino durante i nove mesi della gravidanza si chiama polidramnios. Secondo l’American Pregnancy Association questa condizione si verifica nell’1% di tutte le gravidanze.
Si è in presenza di questa sovrapporoduzione quando l’AFI (l’indice del liquido amniotico) è superiore a 24 centimetri, e quando la MVP (Maximum Vertical Pocket, massima tasca verticale) misura più di 8 cm.
I disturbi fetali che un polidramnios può comportare includono:
- disturbi gastrointestinali, tra cui atresia duodenale o esofagea, gastroschisi ed ernia diaframmatica,
- disturbi del cervello o del sistema nervoso, come anencefalia o distrofia miotonica,
- acondroplasia, un disturbo della crescita ossea,
- problemi di frequenza cardiaca fetale,
- infezioni,
- sindrome di Beckwith-Wiedemann, un disturbo congenito della crescita
- anomalie polmonari fetali,
- idrope fetale in cui un livello anomalo di acqua si accumula all’interno di più aree del corpo di un feto,
- sindrome da trasfusione gemello-gemello in cui un bambino riceve più flusso sanguigno dell’altro,
- sangue non corrispondente tra madre e figlio, ad esempio incompatibilità Rh o malattie di Kell.
Anche un diabete materno mal controllato aumenta i rischi.
Troppo liquido amniotico può essere prodotto anche durante le gravidanze multiple, quando la madre porta in grembo più di un feto.
I sintomi materni possono essere costituiti da dolori addominali e da difficoltà respiratorie dovute all’allargamento dell’utero.
Altre possibili complicazioni possono essere:
- un parto pretermine,
- la rottura prematura delle membrane,
- il distacco di placenta,
- parto di un feto morto,
- un’emorragia post-partum,
- una malposizione fetale,
- un prolasso del cordone ombelicale.
Per monitorare i livelli di liquido amniotico nell’utero, possono venire prescritti test per il diabete materno e delle frequenti ecografie.
I casi lievi di polidramnios si risolvono in genere senza trattamenti.
Nei casi più gravi potrebbe essere necessario ridurre il liquido con l’ amniocentesi o con un farmaco chiamato indometacina. Questo farmaco riduce la quantità di urina prodotta dal bambino.
A volte, il fluido amniotico fuoriesce prima che le acque si rompano. Solo 1 donna su 10 avrà un drammatico flusso di liquidi quando si rompono le acque: per la maggior parte, inizierà come un rivolo o una perdita.
A volte ciò che può sembrare una perdita di liquido in realtà è l’urina causata dall’utero che preme sulla vescica.
Se il fluido non ha colore e odore, si tratta del liquido amniotico: allora dovresti contattare un operatore sanitario poiché di norma il travaglio inizierà presto.
Se il liquido è verde, verde-brunastro o maleodorante, ciò può indicare la presenza di meconio o di un’infezione. In tal caso bisognerebbe contattare il medico.