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Aggiornato il: 9 Settembre 2023
Di Gravidanza360
Il test di Coombs (test dell’antiglobulina indiretto) è l’esame standard per la diagnosi di anticorpi anti-Rh in donne sensibilizzate verso sangue Rh positivo.
Indice
- Test di Coombs: cos’è e a cosa serve
- Quando viene eseguito in gravidanza
- Malattia emolitica del feto e del neonato
Test di Coombs: cos’è e a cosa serve
Come parte degli esami in gravidanza, il test di Coombs, noto anche come test dell’antiglobulina, viene usato per rilevare nel sangue della donna gli anticorpi che – con il passaggio di sangue attraverso la placenta – possano attaccare i globuli rossi del futuro nascituro, sviluppando una malattia emolitica del feto e del neonato (MEFN).
Questo screening è rivolto in primo luogo a ricercare gli anticorpi diretti contro l’antigene D del fattore Rh.
Il test di Coombs può essere di due tipi: diretto o indiretto.
Quando viene eseguito in gravidanza
Il Test di Coombs indiretto dovrebbe venire eseguito su tutte le donne incinta entro la 16esima settimana di gravidanza, soprattutto quando il gruppo sanguigno della madre è Rh negativo e quello del padre è Rh positivo: in questo caso è probabile che il feto presenti l’antigene D e che, di conseguenza, la madre sviluppi anticorpi anti-Rh.
Sulla base di questa logica, più avanti nella gravidanza il test viene ripetuto ogni mesi nelle donne Rh negative, e durante il terzo trimestre nelle donne Rh positive.
Nel caso in cui vengano rilevati degli anticorpi verranno ripetuti degli esami durante tutta la gravidanza per monitorare il titolo degli anticorpi: un aumento del titolo anticorpale potrebbe indicare che si sta sviluppando una anemia emolitica del feto e del neonato.
Malattia emolitica del feto e del neonato
E’ una malattia del sangue nel feto o nel neonato che in alcuni casi può essere fatale. Quella causata dagli anticorpi anti RhD, la più frequente in termini di incidenza e di gravità.
Normalmente i globuli rossi durano circa 120 giorni. In presenza di questo disturbo vengono invece distrutti rapidamente e quindi non durano a lungo.
La malattia emolitica nel feto si verifica quando il sistema immunitario della madre vede i globuli rossi del feto come estranei e sviluppa anticorpi che li attaccano e li fanno scomporre troppo presto.
Gravidanze a rischio
La MEFN raramente si verifica durante la prima gravidanza, a meno che la madre
non sia stata precedentemente sensibilizzata da trasfusioni.Di solito, durante la prima gravidanza avviene l’immunizzazione materna primaria, caratterizzata dalla produzione di una piccola quantità di anticorpi IgM, immunoglobuline che non attraversano la placenta.
Nelle gravidanze successive, e dopo ulteriori esposizioni all’antigene, come risultato dell’immunizzazione secondaria, si producono anticorpi IgG, che possono attraversare la placenta e causare emolisi (il processo di distruzione dei globuli rossi).
Statistiche
Senza alcun tipo d’intervento il feto:
- nel 50% dei casi, ha solo segni lievi di malattia e si ristabilirà senza alcun trattamento;
- nel 25% dei casi può presentare emolisi e kernittero (ittero neonatale patologico con deposito di bilirubina libera nel tessuto cerebrale) se non trattato adeguatamente al momento della nascita;
- nel rimanente 20-25% dei casi la MEFN da anti-D si può presentare nella sua forma più grave (idrope fetale e morte) prima della 34a settimana di età gestazionale.
Tuttavia, attualmente, con il miglioramento della sorveglianza materno fetale e
della possibilità di trattamento in utero, i casi gravi (idrope e morte) sono ridotti
a circa il 10%Fonti e riferimenti bibliografici
- Bennardello F, Coluzzi S, Curciarello G. Raccomandazioni per La Prevenzione Ed Il Trattamento Della Malattia Emolitica Del Feto E Del Neonato Gruppo Di Redazione.; 2014. Accessed November 12, 2022. https://www.sigo.it/wp-content/uploads/2015/10/Raccomandazioni_MEFN_definitivo_WEB1.pdf
- Gravidanza Fisiologica. https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1436_allegato.pdf
- Papantoniou N, Sifakis S, Antsaklis A. Therapeutic management of fetal
anemia: review of standard practice and alternative treatment options. J
Perinat Med 2013; 41: 71-82.
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