Translucenza nucale e bitest

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Aggiornato il: 9 Settembre 2023
Di Gravidanza360

Il test della translucenza nucale lo si fa tra l’undicesima e la tredicesima settimana di gravidanza. Si tratta di un’esame ecografico (ad ultrasuoni), non invasivo, innocuo per il nascituro, volto a misurare lo spessore del tessuto sottocutaneo nucale (della nuca) del feto, quello che si trova tra la cute e la colonna vertebrale.

Si fa questo esame per rilevare l’esistenza di una possibile sindrome di Down o di altre malattie cromosomiche ereditarie riguardanti il feto. Infatti, un aumento dei rischi di queste patologie cromosomiche corrisponde ad un eccessivo spessore di questa zona di di transfluenza.

Proprio in questa stessa fase della gravidanza, possono essere rilevate anche altre condizioni (non cromosomiche) come,

  • dei difetti del tubo neurale, quella struttura da cui origina il nostro sistema nervoso centrale,
  • dei difetti della parete addominale,
  • delle anormalità degli arti,
  • alcuni problemi congeniti del cuore.

Comunque, attraverso il test della di translucenza nucale, è sì possibile valutare i rischi che possano verificarsi queste patologie, ma non è possibile diagnosticarne le condizioni con precisione.

Tuttavia, se lo screening evidenziasse un possibile rischio, ciò non vuol dire necessariamente che ci sia un’anormalità, ma implica solo che saranno necessari degli altri test(1).

Il bitest (o duo test)

Il bitest (bi test, ma anche duo test) consiste in un prelievo di sangue materno, che viene fatto al momento dell’ecografia relativa alla transfluenza ducale, allo scopo di renderla più affidabile.

Questo esame consiste nella misurazione della concentrazione nel sangue materno di due sostanze placentari,

  • la frazione beta della gonadotropina coranica umana, la quale è una glicoproteina ad attività ormonale;
  • la proteina plasmatica associata con la gravidanza (PAPP-A), che è una glicoproteina ad alto peso molecolare;

Si tratta di un esame che serve a valutare il dosaggio dei livelli dei due ormoni prodotti dalla placenta.

I due test combinati – quello dell’ecografia della translucenza nucale, ed il prelievo di sangue bitest –  definiti correttamente il “test combinato del primo trimestre” – hanno la sensibilità, su 100 casi di rilevare l’esistenza di 82 feti con alterazioni cromosomiche, col 5% di falsi positivi.

Secondo i nuovi LEA – Livelli Essenziali di Assistenza – lo screening combinato del bitest e della translucenza nucale sono gratuiti per tutte le donne incinte, senza distinzione d’età(2).

L’accuratezza degli esami

Quando non viene accompagnato da degli esami del sangue, questo screening ha un’accuratezza del 75% nel prevedere la sindrome di Down. Mentre associato ad un’esame del sangue, la sua accuratezza aumenta all’85%.

Alle donne che ottengono dei risultati indicanti un qualche possibile rischio, vengono proposti dei test genetici da farsi tramite altre procedure, come l’amniocentesi o la villocentesi.

Come viene fatto questo test

Il test della translucenza nucale nucale, come detto, viene eseguito a mezzo di un’ecografia addominale che può essere fatta tra le 11 settimane e 4 giorni, e le 13 settimane e 6 giorni di età fetale. A tal fine,

  • sarà chiesto alla donna di stendersi su di un lettino,
  • nella parte inferiore del suo addome verrà applicato un gel,
  • successivamente, verrà mosso dolcemente sull’addome un apparecchio chiamato trasduttore, con dei movimenti rotatori,
  • il trasduttore trasmette delle onde ultrasoniche, le quali verranno rimbalzate indietro e – tramite queste – la macchina per gli ultrasuoni sarà in grado di riprodurre le immagini rilevate su di uno schermo.

L’ecografia viene fatta per poter vedere molte cose. Tra cui anche,

  • la dimensione del feto,
  • il battito del cuore,
  • l’anatomia generale o la struttura del feto,
  • quanti feti sono presenti.

In questa fase della gravidanza, il feto è ancora troppo piccolo perché sia possibile fare un esame dettagliato della sua struttura corporea: perciò questo test verrà fatto attorno alla 18 settimana.

La translucenza nucale dev’essere misurata in modo molto accurato. Talvolta però, può essere difficile ottenere un qualche risultato, a causa della posizione del feto al momento dell’esame.

Per fare questa misurazione, può essere talvolta necessario far ricorso ad un’ecografia transvaginale.

Nell’ecografia transvaginale, viene inserito all’interno della vagina un trasduttore avente una forma speciale in grado di dare immagini migliori, e ciò perché in questo caso l’apparecchio si trova più vicino al feto. Nel caso dovesse essere necessaria un’ecografia transvaginale, alla donna sarà spiegata la procedura, e le sarà chiesto il permesso di seguirla.

Test: effetti collaterali e rischi

Fare un’ecografia addominale o transvaginale, non ha effetti collaterali: perciò immediatamente dopo l’esame, la donna  potrà riprendere le sue normali attività.

Ecografia vaginale. Per quanto attiene all’ecografia vaginale non è nota l’esistenza di rischi, né per il feto né per la mamma: infatti gli ultrasuoni non sono altro che delle onde sonore utilizzate per ottenere delle immagini, e non hanno radiazioni. Perciò, possono essere fatti tutti gli esami ultrasonografici di cui si ha la necessità, senza che ciò comporti un aumento dei rischi dovuti a ripetute esposizioni.

Ecografia trasvaginale. Anche per quanto riguarda l’ecografia trasvaginale, non ci sono dei rischi per il feto e per la mamma, né aumenta la probabilità di un aborto.

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